Genitori difficili contro insegnante: come gestire i confronti e difendersi?
Quando un genitore contesta le decisioni di un professore o una professoressa bisogna agire in modo da tutelare in primo luogo gli alunni. Poi si prendono decisioni per raggiungere un accordo attraverso il dialogo. Per i casi estremi ci possono essere vie legali.
Oggi è sempre più comune ritrovarsi, per un insegnante, a dover affrontare situazioni in cui bisogna agire contro genitori difficili che contestano l’operato del docente. O che non sono d’accordo con le decisioni prese in termini di voti e provvedimenti disciplinari. Ma cosa possiamo fare in questi casi?
Come può tutelarsi un professore contro le contestazioni di un genitore? In che modo un docente ha la possibilità di gestire lo stress e la tensione durante gli incontri con la famiglia? Ci sono dei passaggi strategici e legali per affrontare il nodo genitori contro insegnanti in modo ufficiale.
Anche alla luce del fatto che i rapporti tra corpo docente e famiglia sono cambiati e i casi di insofferenza (o addirittura aggressioni fisiche e verbali) ai danni di chi insegna sono sempre maggiori.
Un insegnante può denunciare un genitore?
Parliamo dell’ultima opzione possibile. Ovvero quando non c’è stata altra soluzione per risanare il rapporto tra docente e famiglia dell’alunno e si arriva a compiere un’azione che viene riconosciuta come rilevante agli occhi delle autorità. Ricordando sempre che gli insegnanti sono pubblici ufficiali e questo rappresenta un punto fondamentale per eventuale denuncia o querela.
Alcuni reati sono perseguibili d’ufficio, di conseguenza basta fare la denuncia per avviare la procedura; altre condizioni implicano la querela di parte in un tempo ben definito (vale a dire tre mesi) e in ogni caso esistono dei confini. In quali occasioni si può procedere con una di queste azioni legali?
Ovviamente nel momento in cui si subisce un attacco fisico, magari con lesioni o danneggiamenti a cose di proprietà. Anche nel caso di minacce, intimidazioni, insulti e diffamazione. Ovvero quello che può avvenire, ad esempio, sui social o in una chat di genitori in assenza della persona interessata.
Cassazione del 1 marzo 2016, n. 8328Il reato di diffamazione può essere commesso a mezzo di internet (…), sussistendo, in tal caso, l’ipotesi aggravata (…), dovendosi presumere la ricorrenza del requisito della comunicazione con più persone, essendo per sua natura destinato ad essere normalmente visitato in tempi assai ravvicinati da un numero indeterminato di soggetti.
Per procedere in questi casi bisogna acquisire tutte le prove possibili per documentare il reato. In ogni caso, resta sempre l’ultima soluzione: nella maggior parte dei casi lo scontro dei genitori contro insegnante può risolversi in modo pacifico. E si può anche evitare il problema.
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Punta su una comunicazione chiara
Non c’è bisogno di raggiungere lo scontro e affrontare genitori invadenti che si permettono di alzare la voce e contestare le decisioni dei professori. Una delle soluzioni ideali: investire sulla buona comunicazione in primo luogo con la famiglia. Ad esempio, sempre meglio evitare di far cascare i genitori dalle nuvole raggiungendo l’incontro periodico o la pagella con voti bassi.
Magari il genitore non viene informato dai figli e si ritrova con una brutta sorpresa che farà, automaticamente, saltare i nervi. Quindi, meglio avvisare le parti in causa alle prime avvisaglie.
Ovvero quando il problema è ancora ridotto e non ci sono criticità. Se si presentano, i parenti hanno già una base che l’insegnante può utilizzare per descrivere l’evoluzione della situazione.
Crea un incontro virtuoso con la famiglia
La buona comunicazione è importante anche per evitare una spirale di negatività che spesso si fa largo in questi casi. Se la situazione è difficile conviene organizzare un incontro con i genitori, guardare in faccia le persone e stringere le mani per dare un’idea di vicinanza e comprensione.
Durante questo incontro devi mantenere la calma e non cadere nella trappola della famiglia sfidante. Vale a dire quella condizione in cui i genitori troveranno sempre un motivo per giustificare i figli. In questi casi sarà difficile ottenere una collaborazione se si ragiona in termini di muro contro muro.
In questi casi conviene ammorbidire i toni, accogliere parte delle osservazioni. Senza però mai cedere sui punti essenziali. A volte, per evitare lo scontro si rischia di essere poco chiari.
Il docente deve avvertire tempestivamente i genitori di eventuali problemi e mantenere un equilibrio tra vicinanza e professionale distacco. Mai utilizzare un tono accusatorio ma lavorare in modo da trovare delle soluzioni senza dovere per questo ignorare i problemi. Se ci sono, vanno comunicati.
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Tieni traccia dell’evoluzione del problema
Uno dei modi migliori per gestire una condizione difficile tra genitore e docente: avvisare presidi e dirigenti scolastici – includi i coordinatori di classe se serve – dell’evoluzione in modo da informare le alte sfere e avere il punto chiaro della situazione. O magari per seguire delle linee guida ufficiali.
Anche se non vuoi arrivare alla denuncia, nella dinamica genitori contro insegnante conviene sempre avere traccia di tutto quello che è successo tra la tua figura e i familiari. In questo modo, se un dirigente vuole delle prove concrete di questa interazione puoi dare risposte chiare e motivate.
Comunica i lati positivi del lavoro svolto
La comunicazione non deve essere improntata solo sulle negatività e i problemi. Se l’evoluzione è positiva, il passo giusto è comunicare alla famiglia che sono stati fatti passi nella direzione giusta. Ed essere obiettivi è il modo migliore per evitare conflitti e criticità tra docenti e genitori.