Stipendi dei docenti troppo bassi: ipotesi differenziazione sul costo della vita
Uno dei punti che mette tutti d’accordo: gli stipendi degli insegnanti sono troppo bassi. Ecco perché è necessaria una rivisitazione di questi parametri. Così nasce la possibile differenza in base al costo della vita. Sarà una soluzione utile e possibile in Italia?
Stipendi dei docenti differenziati in base al costo della vita: questa è l’ipotesi messa sul tavolo dal ministro dell’Istruzione. Giuseppe Valditara ha suggerito di alzare la busta paga agli insegnanti dove il costo della vita è più alto. Quindi i docenti avvantaggiati sarebbero soprattutto al Nord. Mentre al Sud si dovrebbero mantenere gli stipendi più bassi.

Questa decisione è data dai numeri: i prezzi dei beni al Nord sono superiori rispetto al meridione. Ad esempio, ricorda la Repubblica, nel 2022 Trento e Bolzano avevano un costo della vita più alto d’Italia. Mentre Milano era al terzo posto e Campobasso all’ultimo.
In base a questo principio, gli stipendi dei docenti dovrebbero essere più alti al Nord ma una simile ipotesi potrebbe provocare una serie di disuguaglianze che porterebbero i professionisti dell’educazione a preferire le cattedre in determinate regioni d’Italia, a prescindere dalle spese. Ma questo discorso è già stato affrontato nella nostra storia.
L’ipotesi delle gabbie salariali in Italia
Gli stipendi dei docenti differenziati in base alla geografia dello Stivale è un’idea che affonda le radici nella nostra storia. Fino al 1972, infatti, era presente un meccanismo simile che poi è stato annullato proprio perché tendeva a discriminare i lavoratori del Sud e favorire quelli del nord. Nel settore pubblico questo percorso è rimasto invariato fino a oggi.
Quindi tutti, a parità di mansioni, hanno lo stesso stipendio. Nel privato ci sono delle differenze. Infatti, oltre al contratto di lavoro nazionale si possono aggiungere degli accordi aziendali con i sindacati per degli importi superiori rispetto al minimo stabilito.

In questo caso, come si può immaginare, il Nord presenta degli stipendi nettamente superiori. Queste informazioni sul divario delle retribuzioni sono supportate dal report della Banca d’Italia che conferma il trend negativo delle regioni del Mezzogiorno.
Le reazioni di presidi e sindacati
Rispetto alla proposta del ministro si sono mosse posizioni differenti. Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, si ritrova nelle parole del ministro e ci sono aperture anche da parte Mario Rusconi, responsabile di Roma dell’Associazione nazionale presidi.
I sindacati, invece, hanno espresso decisa contrarietà verso questa soluzione per gli stipendi. Prendiamo come esempio le dichiarazioni della Gilda riportate su Il Sole 24 Ore
“Qualsiasi idea di differenziare gli stipendi dei docenti in base alla regione in cui insegnano è inaccettabile e in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto a retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro”.
Sembra che ci saranno difficoltà nell’attuazione dell’idea lanciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante un webinar “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa” organizzato da PwC e gruppo Gedi. Il video è quello che vedi in basso:
Il vero problema degli stipendi docenti
I risultati della proposta del ministro Valditara sono stati di natura critica. Lo stesso ministro ha fatto un parziale dietrofront nei giorni successivi tarando diversamente il messaggio. In un intervento televisivo, infatti, il capo del dicastero dedicato all’istruzione ha sottolineato:
Con 1.500 euro un professore non riesce a vivere, né riesce con 1.300 euro un docente di scuola primaria.
Questo è sicuramente vero. Nella sua replica, il ministro sottolinea di non aver parlato di rivedere in contratto nazionale ma di aver sollevato solo l’attenzione su un tema spigoloso.
Ovvero le retribuzioni degli insegnanti. Infatti gli stipendi dei professionisti dell’istruzione in Italia, secondo dati di Eurydice, sono nettamente al di sotto della media europea.
Qual è la situazione degli stipendi?
Un docente della scuola primaria guadagna 29.490 € all’anno. In Danimarca si arriva a 65.227 €. Con la secondaria possiamo incassare 33.811 € lordi annui mentre in Germania 73.557 €. Devastante il confronto rispetto alla progressione: in Italia un docente a fine carriere può guadagnare il 48,7% in più mentre in Francia si raggiunge il 71,6%.
L’aumento degli stipendi per i docenti è un tema decisivo. C’è un continuo rimando alla possibilità di avere degli adeguamenti ma per ora tutto resta in cantiere. Senza dimenticare che per la liquidità extra si possono sempre chiedere prestiti NoiPA per insegnanti o per direttore dei servizi generali e amministrativi.